Ilsole 24 Ore
Paola Bianchi e Sofia Zanchini, italiane expat in Hong Kong, hanno creato nel 2017 il marchio di abbigliamento con dettagli che richiamano l'Oriente
di Paola Dezza
Capi disegnati con dettagli che richiamano l'Oriente, stoffe rigorosamente di artigianato asiatico e qualità trovate da fornitori in Vietnam, a Bali o in India. Sono le linee guida che Paola Bianchi e Sofia Zanchini, italiane expat in Hong Kong, hanno seguite per creare nel 2017 un marchio di abbigliamento che unisse la cultura e la tradizione asiatica con la creatività italiana.
The Tangerine Road sposa tessuti ed elementi della tradizione cinese, dalla seta broccato alla giada intagliata fino al classico colletto degli abiti tipici (il Mandarin collar) riviste dall'estetica italiana dalle linee essenziali e contemporanee. Abiti chemisier come “Pavoni” che richiama i piumaggi dei bellissimi pavoni che abitano i giardini della Governor' House di Yangon, gonne di cotone con fantasie che ripropongono luoghi esotici, top dal sapore orientale. Sono diversi i modelli di punta delle collezioni.
«La storia di Tangerine si lega alla nostra esperienza di espatriate dall'Europa a Hong Kong e poi Singapore. Il nostro primo incontro risale al 2009 a Londra - raccontano le due socie - a casa di una cara amica in un pomeriggio piovoso. Poi le nostre strade si sono separate - Paola a Milano e Sofia a Londra - per ricongiungersi a Hong Kong nel 2016. Qui abbiamo abbracciato il cambiamento di stile vita con entusiasmo esplorando l'isola di Hong Konge i suoi quartieri pittoreschi fino a spingerci a Sham Shui Po, zona ancora brulicante di piccoli negozi e artigiani che vendono giada, bottoni in pietra e madreperla e splendidi tessuti in seta e cotone».
Un mondo nuovo, una spinta verso la creatività. «Di Hong Kong ci ha colpito la scoperta del passato coloniale intrecciato al modernismo spinto dello sviluppo urbano» dicono. Il nome del brand deriva dall'usanza di regalare mandarini cinesi (Tangerine) in occasione del Capodanno, una offerta di prosperità e benessere per il nuovo anno. Ma richiama anche la Via della Seta. Da Hong Kong i viaggi verso Birmania, Cambogia, Thailandia, Vietnam, Australia, ma anche Bali e India sono stati l'occasione per trovare idee e tessuti etnici nei mercati di Hoi An, Bangkok o Yangon.
«Il nostro obiettivo è supportare il tessuto locale di artigiani e limitare l'impatto ambientale della nostra attività - raccontano -. Per questo per esempio non facciamo stampare seta ex novo, ma utilizziamo piccoli stock di tessuto già prodotto, che ci consente di differenziare la nostra offerta attraverso numerose capsule collection durante l'anno. Inoltre, cerchiamo di utilizzare ogni scarto di tessuto adottando una politica zero waste (l'anno scorso abbiamo creato fasce per i capelli in seta e piccole buste porta gioie con la seta di rimanenza). Siamo anche attive in programmi di circular economy a Singapore e Hong Kong e stiamo studiando un packaging a basso impatto ambientale. Nonostante le difficoltà legate alle proteste a Hong Kong e al Covid -19 con tenacia continuiamo a lavorare e a crescere».
Le collezioni sono composte da circa 20 modelli che si declinano in varianti di tessuto e colore diversi. Molti sono modelli continuativi, altri si aggiungono ai classici. Micro collezioni che si susseguono ogni due/tre mesi e vengono proposte in pop-up store, temporary store o sui social media.Per il futuro? Un progetto di e-commerce in partenza e novità sul tema dell'economia sostenibile.